Corona Virus e danni psicologici: questa epidemia sta mietendo vittime in Italia e nel mondo: ma quante ne produrranno i danni psicologici di questi mesi?

Ci credevamo invincibili e invece non lo siamo. Ci credevamo in grado di governare la natura e i suoi equilibri. E invece eccoci qui: soli, indifesi, spaventati. Solidali ma egoisti. Fiduciosi ma terrorizzati. Le tragedie tolgono le maschere e ci mettono di fronte a chi siamo realmente, a quali sono i nostri scheletri che, durante la quotidianità, cerchiamo di annegare nella centrifuga degli impegni e dei vizi. Ma quali saranno, ipotizzando le conseguenze psicologiche di questo periodo?
Stiamo conoscendo la paura
La paura, emozione primaria, quella che ci salva e ci fa sopravvivere. Quella che ci attiva e ci fa togliere dalle situazioni di pericolo. Eppure la paura sta mietendo e mieterà delle “vittime” che non stanno morendo nei letti di terapia intensiva, ma nei divani delle proprie case. Impauriti da ogni contatto fisico con estranei, terrorizzati a tal punto da diventare diffidenti verso chiunque non sia della cerchia ristretta di famigliari. Possiamo parlare di una sorta di ipocondria diffusa che ci impedisce e ci impedirà di sentirci al sicuro da minacce sanitarie per i prossimi anni.
Stiamo morendo d’isolamento
L’uomo è un animale sociale. Vive e si nutre di relazioni quanto di cibo. L’isolamento, quando non rappresenta una scelta di vita, rappresenta una tortura anche per la psiche più temprata. Non è un caso se nelle carceri si ricorra all’isolamento nelle pene più severe. I precedenti studi condotti sulle quarantene da SARS in Australia hanno evidenziato, in una quarantena di 4 settimane, un’esplosione di stress post traumatico, depressione acuta, irritabilità, insonnia, ansia e apatia.
La convivenza forzata che riapre ferite
Coppie che scoppiano, genitori che sognano una vita senza figli, amicizie che finiscono. L’ansia, lo stress da isolamento e la convivenza forzata portano a riemergere dal nostro subconscio i mostri che, con tanto impegno abbiamo seppellito o annegato nei vizi e nelle abitudini. C’è poco da fare: è scontro diretto tra le nostre risorse e i nostri mostri. Solo chi, in tempo di pace, ha accumulato risorse può uscirne. Per tutti gli altri è il momento di correre ai ripari con un supporto psicologico a distanza.
E allora che fare? Qualche soluzione

Come evidenzia il documento IASC (Inter-Agency Standing Committee) in questo documento esistono alcuni utili suggerimenti per rivedere le proprie priorità in ottica evolutiva. Ne elenco alcune, non solo da questo studio, che reputo utili per superare in maniera positiva questo momento:
- passare molto tempo con i propri figli, ascoltarli con vera attenzione. Trasmettere loro sicurezza e comprensione. Avranno più cose da insegnarci loro che tutti i social network, i giornali e le televisioni;
- mantenersi attivi: anche se le condizioni attuali sono di arresto domiciliare e non si può nemmeno passeggiare, esistono esercizi fisici (yoga, taichi, stretching), tecniche di rilassamento, la lettura di libri. Chi possiede un giardino è particolarmente avvantaggiato nel restare attivo sia fisicamente che mentalmente;
- spegnere la tv e i social: produttori seriali di panico, guadagnano dal produrlo. Inutile guardare tg, programmi monotematici sul virus. Finirete per diventare delle pecore da gregge. Tutti agitati e confusi.
- riscoprire i propri sogni, progettarne lo sviluppo;
- smettere di fare i cavoli degli altri.
E in conclusione l’augurio più importante. Che questo periodo di isolamento ci dia la possibilità di riflettere sulla nostra vita, capendo se la precedente ci soddisfava e, nel caso non fosse cosi, pianificarne una di nuova.
Lascia un commento