Come diceva Andy Warhol in tempi non sospetti:
“Nel futuro ognuno avrà il suo quarto d’ora di celebrità”
Sembra che i social abbiano realizzato questa previsione, dando voce a persone che nella realtà sarebbero ignorate come il due di bastoni a briscola.
Anamnesi dell’odiatore

Alla base della vita dell’odiatore c’è una grande dose di frustrazione. Nessuno di felice offende gratuitamente, giudica gratuitamente, odia gratuitamente. Solo una persona fortemente frustrata, spesso inconsapevolmente, utilizza i social per sfogare su altre persone l’insoddisfazione latente per la propria condizione.
Come detto poc’anzi, l’odiatore è spesso inconsapevole del proprio disagio. Anzi, lo maschera dietro ad un ostentato velo di benessere che desidera mostrare agli altri. Oppure l’odiatore ricade a pieno nella categoria del cosiddetto “troll”, persona reale con nome falso, foto falsa. Quest’ultimo caso rasenta il patologico, quindi lo tralasceremo per concentrarci sulla prima tipologia.
Puoi riconoscere l’odiatore dal tono con il quale commenta e dal tipo di contenuto che sceglie di commentare:
- il tono: l’odiatore commenta con un tono saccente, giudicante, offensivo. Sembra saperne sempre una più degli altri, dispensa lezioni e ostenta esperienze e competenze acquisite durante le sue lunghe sessioni di ricerca Google, dal divano, tra una pausa pubblicitaria e l’altra del suo reality show preferito. L’odiatore è esperto di tutto: sport, economia, geopolitica, musica, transizione energetica. Non ha studiato nulla di tutto questo, ma è laureato presso i motori di ricerca, e ha un master di specializzazione in arrampicata sugli specchi.
- il tipo di contenuto: l’odiatore sguazza come un pesce tra i titoli che riportano dichiarazioni o avvenimenti di qualsiasi tipo. Dobbiamo ricordare sempre che l’odiatore non legge mai gli articoli, ma si limita a leggere i titoli e i primi commenti. Se Jacobs perde una gara a causa di un infortunio scrive “sei spacciato”, “sei senza talento”, “sopravvalutato”. Se un politico dichiara di essere a favore di una riforma, offende il politico senza conoscere la riforma. Ma forse la vera passione dell’odiatore sono i commenti degli altri utenti: gli basta leggerne uno che argomenti una tesi diversa dal suo pensiero e si scatena il peggio di lui: offese alla famiglia del commentatore, alla sua vita, al suo percorso di studi. Colpi bassi, duri ma sterili se riusciamo ad assegnargli il giusto peso.
Odiare è gratis, capire richiede tempo (e cervello).
Difendersi dall’odiatore

L’odiatore è un essere spregevole, ma senza radici, come una pianta grassa. Non ci vuole nulla a sradicarlo. Si nutre dell’attenzione altrui. L’importante è non scendere a battagliare nel fango dentro al quale sguazza con sicurezza. Vediamo due principi cardine:
- IGNORARE il suo commento, catapultandolo nel suo più grande incubo: il non essere considerato, calcolato, apprezzato, fomentato.
- RISPONDERE con commenti che non riesce a capire, portandolo su un terreno nuovo per lui: il terreno dell’educazione, del sarcasmo fine, del gioco pulito. Quando l’odiatore non capisce quello che viene scritto, impazzisce e si brucia come un cerino da quattro soldi.
L’oriente ci viene in aiuto
Come spesso accade, l’oriente ci viene in aiuto attraverso semplici e chiari principi. Nel caso specifico, il principio della compassione è perfettamente calzante. Per aiutarci a non rispondere e ad ignorarlo, ricordiamoci di avere davanti una persona profondamente insoddisfatta, frustrata. Questo non significa che dobbiamo diventare vittime sacrificali del malessere altrui, ma la compassione ci deve aiutare a lasciarci scivolare addosso il loro malessere, senza che questo attacchi la nostra calma.