2020, anno del cambiamento. Che sia anche il tempo di stravolgere quelli che devono essere considerati eroi? Io me lo auguro, ovviamente. E gli infermieri sono tra questi.

Di fronte al fuggi fuggi generale di calciatori, politici e soubrette dall’Italia o, perlomeno, dagli impegni istituzionali, vale la pena di fare una statua a chi, in piena emergenza corona virus, lotta giornalmente guadagnando poco più di 1000 euro con turni estenuanti e una vita annullata.
Stiamo parlando di medici ed infermieri, un lavoro che non si sceglie, ma che viene da dentro. Una sorta di vocazione, come quella dei preti, ma molto più forte. Si sceglie di dedicare la propria vita al servizio del prossimo, con gesti concreti e non preghiere, con le mani e non con la bocca. Lo si fa perché si è scelto di essere degli eroi, di essere utili, di esserci quando le difficoltà si fanno grandi e le priorità della vita tornano ad essere quelle vere. Di sicuro non lo si fa per i soldi. Si, quelli sono l’ultimo pensiero di chi fa questa scelta di vita in Italia.
Parliamo di stipendi che possiamo considerare “da terzo mondo” se rapportati con l’impegno, lo stress, i turni massacranti e l’assenza di tutele. Un’infermiere guadagna in media 1400 euro a metà della sua carriera professionale. Giusto mille in meno di un suo collega francese o tedesco.
E chi cura i malati di Covid in terapia intensiva?
Ha diritto ad un’indennità di…tenetevi forte: 28,41 euro lordi. No, non è una barzelletta, è il paradosso del 21esimo secolo. Neymar guadagna 4200 euro all’ora per far rotolare un pallone e simulare platealmente falli. Un infermiere nemmeno 10 euro all’ora per salvare vite. Lui non cade in corsia se non per un malore, anzi: raccoglie chi cade e lo aiuta a rinascere.
Quando tutto questo sarà finito, ricordiamoci di essere più umani. Ricordiamoci chi sono i veri eroi. E tra questi ci sono di sicuro gli infermieri, ai quali va il mio enorme grazie.
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